AUTOSTIMA: COS’È E COME SI SVILUPPA
Quante volte ci siamo detti: “Non valgo niente”, “Non sono mai all’altezza della situazione”, “Non riesco a fare niente”, “Fallisco in ogni mia idea”, “Sono uno/a stupido/a”, “Nessuno mi approva” ecc. ecc. Oppure quante volte ci siamo chiesti: “Come mi considerano gli altri?”, “Sono capace, piacevole, competente? Quanto? Più o meno degli altri?”. Tutto questo che ci diciamo interiormente contribuisce a formare la nostra autostima: come ci valutiamo in termini di importanza e di valore e come desideriamo essere visti agli occhi degli altri.
Se l’idea che abbiamo di noi corrisponde a come pensiamo che gli altri ci vedono, siamo dotati di una buona autostima e quindi in grado di:
- Saperci osservare e apprezzare: domandandoci “Come sono?”, “Quali sono le mie qualità e i miei punti deboli?” e non valutandoci troppo negativamente o troppo positivamente useremo una giusta dose di critica, che sarà una critica costruttiva perché ci accetta per come siamo – con i nostri errori, le nostre qualità e anche con i nostri limiti – e ci aiuterà a dare impulso a nuove azioni rafforzando la nostra autostima. Al contrario, se la nostra voce interiore si fa troppo severa, giudicante e svalutante – perché mette in luce solo i nostri errori e le nostre mancanze – sarà una critica distruttiva e la nostra autostima andrà sotto zero;
- far fronte alle critiche esterne che non saranno più vissute come un attacco personale al nostro valore, ma solo dirette a quel determinato comportamento e a quella azione specifica e quindi viste come un’occasione costruttiva di crescita e miglioramento personale;
- avere dei rapporti aperti e liberi con le altre persone perché siamo consapevoli e pensiamo in questi termini: “Sono una persona di valore e degna di essere amata così come sono”, “Non ho bisogno di fare niente di particolare per dimostrare di essere una persona di valore”.
- non doverci nascondere a causa delle nostre paure in quanto pensiamo: “Ho una buona opinione di me stesso”, “Potrei accettare qualunque tipo di sfida, non mi preoccupa se gli altri potrebbero considerami un perdente”, “So cavarmela perché riesco a trovare una soluzione o ad affrontare il problema”.
Quando sperimentiamo una bassa autostima:
- Le nostre azioni sono bloccate dal dubbio, dall’insicurezza e dalla paura, ci domandiamo: “Sono in grado di farlo?“, “Mi è permesso farlo?“, “E’ meglio evitare perché lo so già che sbaglierò?“. Ci blocchiamo, non agiamo, di conseguenza non proveremo mai fiducia in noi stessi e tutto questo andrà ad indebolire la nostra autostima.
- Ci valutiamo solo confrontandoci con agli altri. Il continuo confronto con gli altri ci porta ad essere insicuri e anche inadeguati, è una abitudine che abbiamo intrapreso fin dall’infanzia. Potremmo pensare all’esperienza scolastica: “Sono intelligente come gli altri?”, o all’adolescenza “Sono attraente come gli altri?“ e in età adulta “Sono competente come gli altri?”, misuriamo sempre il nostro valore personale attraverso il filtro del confronto. Se questo raffronto lo facciamo senza sminuirci o esaltarci potrebbe essere utile a riorientarci e cambiare magari un tipo di comportamento, per raggiungere una equilibrata stima di sé: “Non ho superato l’esame perché non mi sono preparato sull’ultimo capitolo. La prossima sessione non succederà!”. Quando la voce severa, della nostra insicurezza, diventa automortificante svilupperà in noi un forte senso di impotenza e inferiorità “Non sono bravo nello studio come lui. Non capisco niente. Devo smettere.”, di contro se per salvarci ci convinciamo: “Sono il migliore è colpa del professore che non capisce nulla” ci identificheremo con le nostre manie di grandezza, ma al primo fallimento la nostra maschera crollerà. Fino a che il nostro valore si basa solo sul confronto con gli altri, risulteremo sempre in svantaggio perché vi saranno delle cose in cui gli altri risulteranno più portati di noi e altre meno ma noi guarderemo solo a quelle che ci confermano la nostra convinzione su di noi, la nostra bassa autostima.
- Siamo orientati solo verso l’esterno e perdiamo il contatto con noi stessi, non siamo più in grado domandarci: “Mi sento bene per quello che sono?” la nostra autostima dipenderà solo dal parere altrui, dalla loro benevolenza, dalla loro lode e dalla loro approvazione: “Che cosa pensano gli altri di me?” fino ad arrivare a costruire la nostra identità chiedendoci: “Come devo essere perché possa piacere e farmi voler bene da tutti?“. Tutto ciò ci fa perdere di vista la nostra individualità e le nostre qualità.
Gli elementi essenziali per una buona autostima sono:
- Il rispetto per se stessi: consiste nella volontà e nella capacità di dare valore ai propri pensieri, desideri e bisogni sviluppando un atteggiamento di autoaccettazione che significa sapersi osservare, prendersi cura di sè, trattarsi con riguardo e volersi bene “Io sono così e mi accetto con i miei pregi e difetti. Potrei però migliorare gli aspetti della mia vita di cui non sono contento o che non mi piacciono”; tutto ciò aumenta la nostra autostima permettendoci di trattare gli altri con rispetto, cura, gentilezza e con riguardo. Al contrario, sentendoci privi di valore, saremo spinti a trattare gli altri con diffidenza e con atteggiamenti aggressivi, offensivi e di svalutazione.
- Darsi degli obiettivi raggiungibili, è una delle cose necessarie per alimentare il nostro senso di autostima. Ci spingono all’azione, ad esercitare le nostre capacità e a dare energia alla nostra vita. Devono essere precisi per poter monitorare i progressi fatti. Per raggiungerli è necessario porsi delle domande: “Cosa devo realizzare? Come intendo fare? Come posso correggere le mie azioni? Cosa devo rivedere per un i miei obiettivi?” è necessario quindi un alto livello di consapevolezza, perché il non raggiungimento non conferma una bassa autostima ma solo la necessità di ripianificare le nostre azioni.
- L’autoefficacia: ci sentiamo autoefficaci quando abbiamo la convinzione di essere in grado di affrontare in modo adeguato una determinata situazione: “Se voglio che quel progetto vada in porto, ho bisogno di prevedere un piano d’azione”. È una sensazione di forza, competenza e fiducia che va ad alimentare un forte senso di sicurezza. Chi ha fiducia nelle proprie capacità e ha un obiettivo da realizzare, dimostra tenacia nello svolgimento di un compito, è assertivo, è poco soggetto ad attacchi di ansia e depressione, ha un maggior rendimento negli studi, ha successo nella carriera lavorativa perché è in grado di affrontare meglio le situazioni stressanti. Diverse ricerche hanno confermato che le convinzioni di inefficacia personale possono essere alla base di disfunzioni psicologiche (fobie, attacchi di panico, ecc.). Acquisire una maggiore stima di sé è fondamentale per preservare la propria salute e sviluppare un’adeguata autorealizzazione.
COME SI SVILUPPA L’AUTOSTIMA
Il sentimento di autostima non è innato, si sviluppa a partire già dai primi anni di vita, dalle relazioni che il bambino ha all’interno della famiglia, dai messaggi che riceve dai genitori, da come si sente accettato, amato e valorizzato; tutte queste informazioni vengono interiorizzate e andranno a costituire l’immagine che la persona avrà di sé.
Altri fattori, oltre l’ambiente familiare e sociale più ampio (insegnanti, amici), vanno a determinare l’idea che abbiamo di noi stessi e sono: il temperamento, le esperienze di successo e di fallimento sperimentate durante il corso della nostra vita (dall’età dell’asilo in poi).
Indipendentemente da come è stata la nostra infanzia ognuno di noi, può sviluppare o rinforzare una sana autostima. Le premesse per affrontare questo compito saranno sicuramente diverse tra chi nell’infanzia ha ricevuto sufficientemente fiducia nella vita e in se stesso con messaggi sentiti del tipo: “Sei carino, intelligente, affidabile ecc.”, e chi invece è stato sminuito, svalorizzato sentendosi dire: “Non sei buono a nulla; Sei sempre il solito, non capisci mai” o accettato solo a condizione di essere bravo e di adattarsi “Se fai il bravo ti porto con me, ti compro…”. Tutti comunque, possono giungere ad accettare se stessi e la propria storia, riconciliandosi con le proprie potenzialità e debolezze, scoprendo così il proprio valore e importanza per affermarli davanti agli altri. Ognuno di noi è unico quindi di grande valore.
Anseln Grün scrive: “Una volta o l’altra ognuno dovrà assumersi la responsabilità della propria vita, dovrà accettare il proprio passato come materiale che è disposto a modellare. Si può creare una bella statua dal legno, si può scolpire qualcosa di meraviglioso dalla pietra e modellare qualcosa di prezioso con l’argilla: tuttavia bisognerà trattare il legno come legno e la pietra come pietra, altrimenti non se ne potrà ricavare una figura. Il nostro passato è il materiale che abbiamo a disposizione: possiamo modellare con esso una bella figura, indipendentemente dal fatto che si tratti di legno o di pietra o di argilla; ma dobbiamo adattarci a questo materiale, dobbiamo riconciliarci con la nostra storia. Allora essa può diventare preziosa per noi”.
A volte può essere difficile, da soli, raggiungere un equilibrio interiore e se tutti i tentativi sembrano fallire, potrebbe essere utile cercare un aiuto attraverso un supporto psicologo o psicoterapeutico, dal momento che siamo responsabili di come ci sentiamo, possiamo ricorrere a tutti gli strumenti a nostra disposizione per aumentare la propria autostima.
Non è grave avere dei problemi, ma è grave non fare niente per risolverli.
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